Scarperia e San Piero

Uniti già dalla storia con la presenza della famiglia Medici che in queste terre ha lasciato i segni del proprio, prestigioso dominio, i due paesi dal 2014 sono un Comune unico che offre numerose risorse turistiche, culturali, gastronomiche e sportive.
Dopo aver sconfitto gli Ubaldini, antichi feudatari del Mugello che Dante cita più volte nella Commedia, Firenze fonda la “terra nuova” di Scarperia, cioè alla “scarpa” dell’Appennino, oggi tra I Borghi più Belli d’Italia, che ospita numerose mostre e manifestazioni durante tutto il corso dell’anno. Da qui passava la nuova via verso Nord, che portò benessere economico al paese e lo sviluppo dell’arte dei Ferri Taglienti, a cui è dedicato il Museo all’interno del trecentesco Palazzo dei Vicari, simbolo di Scarperia, con la snella torre campanaria e l’antico orologio di Filippo Brunelleschi. Da non perdere l’esperienza nell’antica Bottega del Coltellinaio, dove si può assistere e partecipare alla costruzione di un coltello.
Gli appassionati della Seconda Guerra Mondiale troveranno a Ponzalla il Museo Gotica Toscana e gli sportivi l’Autodromo internazionale e uno dei campi da golf più grandi d’Italia.
San Piero a Sieve, ieri come oggi crocevia di importanti vie di comunicazione, si sviluppò intorno all’omonima pieve del 1018 e visse il suo momento più alto tra il XIV e XV secolo, con la costruzione di Villa Adami, Villa Schifanoia e la fortezza di San Martino, voluta da Cosimo I de’ Medici nel 1569, ed a cui contribuì Bernardo Buontalenti. Nei dintorni sono il Convento del Bosco ai Frati, restaurato da Michelozzo per Cosimo il Vecchio de’ Medici e il Castello del Trebbio, dal 2013 Patrimonio dell’UNESCO.

A Scarperia il coltello è elemento di identità e memoria collettiva; dal 1306 la “terra nuova” fiorentina fu attraversata dalla nuova via verso Nord e si sviluppò l’antica arte dei Ferri Taglienti, utili strumenti di difesa prima di varcare i boschi dell’Appennino. Onnipresente sulla mensa di poveri e potenti, nei secoli il coltello è stato utensile quotidiano e compagno di mille avventure e pericoli, pegno d’amore e simbolo di fedeltà. Oggi a Scarperia restano in attività 6 ditte specializzate, che coniugano la tradizione con un elevato design e l’innovazione dei materiali, esportando questa eccellenza nel Mondo.

Sant’Agata, a pochi chilometri da Scarperia, ha origini antichissime. Era attraversata dalla vecchia via medievale da Firenze a Bologna attraverso il Passo dell’Osteria Bruciata. Cuore del borgo medievale è la Pieve del IX secolo, che ospita preziose opere d’arte sacra, tra cui un fonte battesimale composto nel ‘500 con le lastre marmoree dell’ambone del XII secolo, con enigmatiche raffigurazioni. Da visitare la Raccolta di Arte Sacra e il Centro documentazione archeologica , dove sono reperti dal sito di Montaccianico, principale fortezza degli Ubaldini, dove Dante fu probabilmente ospite nei primi anni dell’esilio (1302-1303), segnati dalle guerre mugellane e dai tentativi di rientrare a Firenze. Unica nel suo genere è l’esposizione Sant’Agata Artigiana e Contadina di Leprino, composta da personaggi in movimento creati da Faliero Lepri.

Pieve di San Pietro

A San Piero a Sieve merita una visita la Pieve di San Pietro, consacrata nel 1018 e dove fu pievano tra il 1482 e il 1529 Leonardo di Bernardo de’ Medici, le cui insegne di famiglia si trovano sulla porta principale. E’ dovuto al mecenatismo mediceo il fonte battesimale in terracotta dei Della Robbia (1508) con scene della vita del Battista; il Crocifisso sull’altare maggiore è attribuito a Raffaello da Montelupo e nella canonica, che comprende anche uno splendido salone cinquecentesco, sono custodite altre pregevoli opere d’arte.

Convento del Bosco ai Frati

Fondato dagli Ubaldini e donato a San Francesco di Assisi nel 1212. La chiesa è intitolata a San Bonaventura da Bagnoregio, che fu qui nel 1273 quando ricevette la porpora cardinalizia. Si narra che il Santo stesse umilmente lavando i piatti, per cui chiese ai messi di Papa Gregorio X di appoggiare nel frattempo le insigne cardinalizie ad un albero di nespolo, tutt’ora presente nel chiostro del convento, insieme al grande catino in pietra.

Nel Rinascimento benefattore del convento fu Cosimo il Vecchio de’Medici, che fece riedificare il complesso dal suo architetto di fiducia Michelozzo e donò importanti opere d’arte, tra cui un crocifisso ligneo attribuito a Donatello, oggi nell’attiguo museo di arte sacra.

Piazza dei Vicari e i suoi tesori

Dal 1415 Scarperia fu sede del vicariato, che si estendeva nel contado fino al confine con Firenze, Prato e l’Emilia Romagna; sulla piazza centrale domina l’imponente Palazzo dei Vicari, compendio fra Palazzo Vecchio e il Bargello. All’interno è il Museo dei Ferri Taglienti, articolato in 5 sezioni, collegato all’antica Bottega del Coltellinaio, tutt’oggi completa dei suoi attrezzi.

Di fronte al Palazzo è la Propositura dei SS. Jacopo e Filippo con opere d’arte rinascimentale del Sansovino, Benedetto da Maiano e Mino da Fiesole, affiancata dal chiostro quattrocentesco del convento agostiniano e dall’Oratorio della Madonna di Piazza, prezioso scrigno gotico impreziosito da una pala d’altare di Jacopo del Casentino, pittore influenzato da Giotto. Qui si compiva l’investitura del Vicario, che riceveva il giuramento di obbedienza dai Podestà del territorio a loro sottoposto.

Nella piazza centrale si svolgono manifestazioni durante tutto il corso dell’anno: le Giornate Rinascimentali, l’Infiorata e il Palio del Diotto, che celebra ogni anno la fondazione di Scarperia, avvenuta l’8 settembre 1306, con giochi di gagliardia fra i rioni: lancio dei coltelli, corsa sui mattoni, tiro alla fune, corsa nelle bigonce, palo della cuccagna.

Oratori fuori dalle mura: l’Oratorio della Madonna del Vivaio

Fuori dal circuito delle mura medievali, opera di Alessandro Galilei, ultima commissione pubblica della famiglia Medici nel 1724, e l’Oratorio della Madonna dei Terremoti, dove la Madonna di Filippo Lippi secondo la devozione popolare avrebbe congiunto le mani per pregare la cessazione del rovinoso sisma del 1542, lasciando il Bambino, che sembra sul punto di scivolarle dale ginocchia.

Pieve di Santa Maria a Fagna

La pieve risalente al 1018, dove fu sepolto il Cardinale Ottaviano degli Ubaldini, che Dante mette all’Inferno tra gli epicurei e negatori dell’anima, insieme all’imperatore Federico II di Svevia (Inf. X, vv. 118-120). Oggi elegante edificio tardo barocco, conserva un pulpito e un fonte battesimale del periodo romanico (XII sec.), un’Assunzione della Vergine di Santi di Tito (1587) e un Cristo Morto in cera di Clemente Susini (1805).

Pieve di Sant’Agata

A pochi chilometri da Scarperia imponente Pieve romanica fu costruita in bozze di alberese, arenaria e serpentino verde e presenta affascinanti raffigurazioni, come l’enigmatica scacchiera sul fianco sinistro e il portale con l’architrave scolpito con motivi a nastri intrecciati di reminiscenza altomedievale. L’edificio ha all’interno tre navate su cui poggia direttamente, con originalissima soluzione architettonica, la travatura lignea della copertura a due spioventi. Tra le opere all’interno, la tavola di Jacopo di Cione con la venerata Madonna delle Grazie a cui si rivolgeva la devozione popolare in caso di calamità e gravi avvenimenti e un fonte battesimale ricomposto nel Cinquecento usando le sette lastre marmoree dell’ambone del XII secolo, distrutto dal terremoto del 1542.

Sito archeologico del Castello di Montaccianico

Prima dell’invasione e della conquista fiorentina, gli Ubaldini, Signori da secoli di queste terre, nei pressi di Sant’Agata avevano la loro principale roccaforte, il Castello di Montaccianico, oggi sito archeologico indagato dall’Università di Firenze, che nelle parole dei cronisti del tempo era “molto bello e ricco, e fortissimo di sito e di doppie mura” (G. Villani). Le fonti raccontano anche che il 12 marzo 1303 il castello fu punto di partenza e ritorno della spedizione militare guidata da Scarpetta degli Ordelaffi, formata da ghibellini, guelfi bianchi e e forse dallo stesso Dante, che in quegli anni era protetto e segretario dell’Ordelaffi, Signore di Forlì. Si suppone la presenza del Poeta già dopo il Convegno di San Godenzo del 1302, quando il castello divenne il centro politico e militare dei Ghibellini e dei fuoriusciti Bianchi per organizzare la lotta contro Firenze, scontro che si prolungò fino al 1306, quando gli Ubaldini si trovarono assediati dai Guelfi Neri con i loro alleati. Il ricco banchiere Geri Spini riuscì infine a corrompere con 15.000 fiorini d’oro alcuni membri del casato in cambio della resa, così che la fortezza venne infine consegnata a Firenze, che la rase al suolo e fondò la “terra nuova” di Scarperia a presidio e controllo del territorio.

Ufficio Informazioni Turistiche Pro Loco

c/o Pro Loco – Palazzo dei Vicari – Piazza dei Vicari, 1, Scarperia e San Piero
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